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Giornata mondiale dei rondoni

In occasione della Giornata mondiale dei rondoni, (7 giugno), gli iscritti ai Progetti “Archivio Rodolfo Soldi” e “DisegniAMO il Po”, curati dalla Prof.ssa Cecilia Prete, per la sede del CPIA di Casale, hanno dato vita ad alcuni collage pittorici tematici.

L’intenzione è stata quella di promuovere la tutela e la conoscenza di questi instancabili uccelli migratori che, ogni anno in primavera, tornano in Italia dall’Africa centro-meridionale, per nidificare sotto i coppi dei tetti, negli anfratti e nelle cavità di torri e monumenti storici.

E noi del CPIA…. che di migrazioni, soprattutto dall’Africa all’Italia… ce ne intendiamo,,, 😉 non potevamo lasciarci scappare questa bella iniziativa, per lasciare il nostro contributo:

l’equipe che si occupa di catalogare le opere dell’artista Soldi è riuscita a “scovare” in alcune delle sue opere, dettagli di rondoni in volo; mentre il team che si dedica alla catalogazione della flora e fauna del paesaggio fluviale, ha optato per un reportage fotografico, abbinato a copie e interpretazioni pittoriche di questo soggetto. A guidare questi lavori, un approfondimento su “I rondoni e le rondini nell’arte” illustrato dalla Prof.ssa Prete che ha letteralmente fatto volare la fantasia!

Nella città di Casale, nidificano tre tipi di rondone: quello comune (Apus apus), quello pallido (Apus pallidus) e quello maggiore (Tachymarptis melba). La loro presenza non arreca danni agli edifici, anzi, essendo insettivori, fa bene alla salubrità dell’ambiente e degli animali, riducendo la necessità di ricorrere all’uso di insetticidi, costoso e nocivo per il verde pubblico e la salute dell’uomo. I rondoni sono gli uccelli che meglio di tutti si sono adattati a una vita quasi perennemente in volo. Mangiano in volo, si accoppiano in volo e sono persino in grado di dormire senza smettere mai di volare: riposano una parte del cervello per volta, mettendo una sorta di pilota automatico, un po’ come fanno i delfini in mare. A un rondone non serve toccare terra o posarsi su un albero, se non quando è arrivato il momento di costruire il nido e deporre le loro uova nelle cavità, l’unico vero vincolo biologico che li tiene ancora legati in un certo senso al suolo. Se ne conoscono circa 113 specie in tutto il mondo, raggruppate per intero nella famiglia Apodidae, che in greco significa “senza piedi“. Proprio perché sono “fatti per volare”, i rondoni possiedono zampe minuscole, apparentemente inesistenti e usate solo per aggrapparsi alle cavità e alle pareti in cui nidificano. Sono così piccole che questi uccelli fanno davvero molta fatica a camminare e non sono in grado di alzarsi in volo dal suolo senza una spinta. Anche perché le loro ali, estremamente allungate, a terra sono solamente un intralcio. Per questo motivo, se si trova un rondone a terra, occorre contattare un Centro di Recupero. Nei cieli sono però dei veri artisti del volo: aerodinamici, eleganti, agilissimi e soprattutto veloci. Grazie alle ali lunghissime e a un corpo perfettamente aerodinamico simile a una rondine, i rondoni possono superare con facilità i 111 km/h in volo, con punte fino a 169 km/h toccate dal rondone codacuta (Hirundapus caudacutus). Molte specie sono anche tra i più straordinari migratori del nostro Pianeta. In un solo anno, per esempio, un rondone comune percorre almeno 200mila km perennemente in volo, che nell’arco dell’intera vita diventano ben due milioni di km, abbastanza per andare sulla Luna e tornare indietro almeno cinque volte! Ma i rondoni sono anche uccelli fragili e la sopravvivenza di molti di essi dipende direttamente da noi e da come gestiamo le nostre città e i nostri edifici. Costruiscono i loro nidi in cavità, anche piccolissime, come i fori nei muri di edifici antichi e castelli, oppure negli spazi tra le tegole e addirittura nei cassonetti dove si avvolgono le tapparelle. La loro sopravvivenza e i loro nidi (che sono tutelati per legge) dipendono da noi, per cui le ristrutturazioni e lavori di manutenzione privati e pubblici che non tengono presenti la salvaguardia della fauna urbana, sono perciò una delle loro principali minacce. Proprio per questo molte associazioni nazionali e locali che da anni si occupano di tutelare gli uccelli che vivono in città, stanno invitando proprietari, progettisti e responsabili di cantiere a prestare attenzione durante gli interventi e a consultare esperti e gruppi locali per cercare possibili soluzioni da mettere in pratica per proteggere le nidificazioni dei rondoni in città. Questo può avvenire per esempio con una riduzione parziale dei fori negli edifici, oppure installando cassette nido per sostituire le vecchie cavità perse. In Italia l’associazione Monumenti Vivi, fondata da ornitologi e zoologi che studiano e tutelano gli animali in città, mette a disposizione di tutti alcune linee guida, casi studio, buone pratiche e documenti tecnici per fornire soluzioni efficaci che possano proteggere i nidi di rondoni e altri animali sia su edifici storici che moderni. Ai rondoni serve quindi tutto il nostro aiuto per permettere ai cieli delle nostre città di essere ancora invasi pacificamente dai loro spettacolari e chiassosi voli.

Per chi volesse contribuire, nella pratica, ad essere parte attiva della salvaguardia della biodiversità urbana, consigliamo di scaricare l’app gratuita APUS TRACKER, che permette di segnalare e mappare l’avvistamento di colonie e nidi singoli o il ritrovamento di esemplari in difficoltà di rondoni, rondini e specie affini come il Balestruccio. Attraverso questa applicazione si può verificare il loro andamento negli anni e diffondere le buone pratiche da adottare per una felice convivenza uomo-volatili. I dati raccolti, disponibili ai rilevatori, serviranno a costruire delle mappe interattive per la tutela delle colonie, nei vari centri abitati. 

Per ammirare i quadri realizzati su questo tema, invitiamo a partecipare alla mostra del Progetto “DisegniAMO il Po”, allestita presso la sede del Parco del Po, in v.le Lungo Po Gramsci, 10 a Casale Monferrato, dal 15 giugno al 3 luglio ’22.

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