Corso di percussioni tenuto dal batterista casalese Chicco Accornero
È iniziato questa settimana il corso di percussioni tenuto dal batterista casalese Chicco Accornero che il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti “Alberto Manzi” di v. Capello 3 ha organizzato per i suoi iscritti nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa. Il progetto, denominato Insieme con ritmo, si rivolge in particolare ad adolescenti e giovani che frequentano i corsi di Italiano dall’A1 al C1 o i corsi cosiddetti di Primo Livello (Licenza media e Progetto Pilota).
La scuola, con il sostegno della Dirigente reggente Rossana Gianella, ha creduto e investito in questo progetto, un modo per contribuire attivamente a fare cultura sul territorio. Numerosi i partecipanti, che a fine corso si produrranno in un saggio in occasione della tradizionale festa di fine anno scolastico del Cpia.
Perché proprio le percussioni? Aiutandosi ogni tanto con una parola in inglese o francese per farsi capire anche da chi studia l’Italiano solo da pochi mesi, lo spiega in modo semplice ma efficace Chicco Accornero ai ragazzi raccolti in cerchio al primo incontro, un gruppo eterogeneo in cui sono presenti italiani, moldavi, egiziani, nigeriani, ghanesi, salvadoregni, senegalesi, filippini (una giovane e simpatica famigliola al completo).
Gli strumenti a percussione sono utilizzati fin dalla preistoria e sono presenti in ogni cultura musicale che ha prodotto strumenti propri e sonorità differenti. Molti sono poi gli esempi di incursioni e mescolanze tra culture musicali diverse. Raramente vengono utilizzati in solo, ma si suonano di solito insieme ad altri tamburi o altri strumenti dando vita a una poliritmia con composizioni ritmiche che variano da una cultura all’altra. Il primo esempio si concretizza utilizzando un “darbuka”, percussione turca e araba che è tra gli strumenti più conosciuti grazie alla varietà di suoni e timbriche che può emettere, gravi e profonde o acute e brillanti.
Lo strumento viene chiamato in modi differenti nei diversi paesi arabi. M., un ragazzino egiziano, annuisce e dice che nel suo paese lo strumento è chiamato “tabla”, ed è chiaro che non vede l’ora di provare, lo dicono i suoi occhi improvvisamente animati, perché quello strumento e quel suono lo riportano a casa per un attimo. Seguono esempi di sonorità tipiche dell’Africa Occidentale, dell’Asia e del Sudamerica, in particolare del Brasile.
E poi le percussioni, forse più di altri strumenti, aiutano a sfogarsi, a scaricare la tensione, il malumore. “Quando sei un po’ giù… sad, un po’ nervoso, suoni e batti e batti sul tamburo, e dopo stai bene, ti senti felice… happy, ok?” Anche questo ci sembra un valido motivo, soprattutto in questo posto, in questa scuola in cui la necessità e il desiderio di imparare in fretta una lingua e di capire una cultura diversa dalla propria spesso si scontrano con le difficoltà a metabolizzare le esperienze tristi che hanno spinto a partire.
La motivazione e la concentrazione qualche volta si perdono per le esperienze traumatiche degli abbandoni, dei viaggi rocamboleschi che hanno condotto fin qui la maggior parte dei ragazzi seduti in questo cerchio. Come M. che, con i tre compagni seduti accanto a lui, vive qui in una comunità per minori non accompagnati. Ma tutti hanno un motivo per vivere con un po’ di musica intorno. Anche F., l’italiana amante della danza e della musica che vuole lottare contro il tumore con allegria, o D., la ragazza sudamericana che -un po’ come M., dell’Est Europa – non parla ancora così bene l’italiano e non è qui da abbastanza tempo per essersi fatta degli amici.
Dopo aver mostrato e provato altri strumenti a percussione, la tecnica per ottenere un suono grave e un suono acuto, forte e piano, esemplificato il ritmo della duina e della quartina, gli strumenti iniziano a passare di mano in mano. Il ghiaccio si rompe. Mani battono sulle gambe e sui tamburi al ritmo delle sillabe di RO-MA (una duina!) e PO-MO-DO-RO (una quartina!).
Ridendo, sforzandoci di andare a tempo e di parlare in italiano uno con l’altro, si sta insieme, con ritmo.