Mercoledì 12 febbraio ’20 la sezione A del Primo Livello del C.P.I.A. di Casale Monferrato (ex Scuola Media), accompagnata dall’insegnante di Italiano e dal Dirigente Scolastico, ha visitato il Museo Civico con un un percorso guidato, legato alla toponomasticacittadina, dal titolo “Di nome e di fatto”. La guida ha condotto gli studenti attraverso le sale del Museo, raccontando la storia di alcuni dei personaggi casalesi più importanti che hanno dato il nome a vie e piazze della città. In particolare, l’attenzione si è soffermata sul viaggiatore Carlo Vidua, sulla famiglia Leardi, sullo scultore Leonardo Bistolfi e sul pittore Niccolò Musso, raccontati attraverso statue e dipinti a loro dedicati. Ecco come alcuni studenti raccontano l’esperienza vissuta:
“Siamo andati al Museo di Casale, è molto grande e importante. Abbiamo conosciuto tanti personaggi e mi è piaciuto molto”. Yasser, Marocco
“Il Museo di Casale mi è piaciuto moltissimo. è la prima volta che entro in un museo. Sono rimasto soprattutto impressionato dalla storia di Carlo Vidua e dai suoi viaggi”. Mamadou, Mali
“Per me è stata un’esperienza nuova. Sono contenta di aver scoperto i personaggi di Casale attraverso i loro ritratti, che ci fanno capire una storia molto importante. Tutti noi dovremmo conoscerla”. Olesea, Moldavia
“Il Museo Civico: che bello! I nostri professori ci hanno dato la possibilità di conoscere una cosa nuova, di vedere e sentire la storia che si trovalì. Io non ero mai stata in un museo in Italia e sono contenta di questa opportunità. Mi è piaciuta soprattutto la storia di un personaggio: Niccolò Musso. Un ragazzo che come me, è andato via di casa e ha fatto capire a tutti che non si deve mai mollare e che è giusto seguire le proprie passioni. Consiglio a tutti di vedere questo museo”. Mariya, Ucraina
“Carlo Vidua è stato uno dei più bravi a raccogliere collezioni e voleva fare qualcosa di diverso dagli altri nobili: viaggiava, raccoglieva oggetti particolari, scriveva appunti. é stato veramente in gamba e adesso ci permette di vedere e conoscere i reperti che ha raccolto. Lo ringrazio per questo favore”. Ahmed, Egitto